Contestualizzazione. L’economia agricola in Puglia.
Il rapposto SVIMEZ ha evidenziato nel 2014 un rallentamento del Prodotto Interno Lordo della Puglia dell’1,6% rispetto al 2013. In termini pro capite il PIL era pari a € 16.900 nel 2013 e nel 2014 era pari a € 16.366.
Una nota positiva viene dall’export che ha avuto un incremento dell’1,6%. Nell’intero Mezzogiorno resta molto forte la produzione agricola, ma restano parimenti scarse le infrastrutture e non solo quelle materiali. La concentrazione dei marchi DOP ed IGP nel Mezzogiorno è pari solo al 33% rispetto all’intera Italia.
Anche uno studio della Banca d’Italia ritiene che il settore agroalimentare resta una opportunità di sviluppo economico, ma registra anche enormi difficoltà derivanti da diversi fattori tra cui: le dimensioni aziendali molto piccole che non consentono un adeguato volume di esportazione e l’utilizzo di servizi connessi all’offerta come per esempio adeguate azioni di marketing.
La bilancia agroalimentare italiana è in deficit di 5,4 miliardi. Le importazioni segnano un + 4% e le esportazioni registrano un +9%. In Puglia la situazione è migliore. L’export pugliese è aumentato del 55% ed è passato da 800 milioni a 1,4 miliardi ed ingloba ormai 16 marchi tra DOP ed IGP. Il futuro necessita competitività e marchi visibili. Ciò è conseguibile con associazioni e reti di imprese con la finalità di fare sistema.
PSN 2014 – 2020
Il MIPAAF gestisce il PSN 2014 – 2020 solo in relazione ad alcuni temi: la gestione del rischio, le risorse idriche e la biodiversità animale. Questo piano vale 1,14 miliardi di euro. La biodiversità vegetale è affidata ai PSR.
PSR PUGLIA 2014 – 2020
Il PSR della Puglia vale 1,637 miliardi ed è pari al 9,8% della intera programmazione nazionale.
Il Piano di Sviluppo Regionale per la Puglia, settennio 2014 – 2020, è stato approvato il 24 novembre 2015. La Regione il 21 dicembre 2015 ha approvato la Delibera 2402 per destinare le risorse relative al cofinanziamento pari a 12 milioni di euro. Il 21 gennaio 2016 con Delibera 3 sono stati definiti i criteri di composizione del Comitato di Sorveglianza che entro 90 giorni dall’approvazione del PSR deve costituirsi e rendersi operativo ed è composta da circa 50 membri entro il 24 febbraio il Comitato sarà costituito e potrà declinare i criteri di selezione dei soggetti beneficiari in modo dettagliato. Detti criteri saranno approvati entro il 24 marzo 2016 e questo sarà l’atto finale a partire dal quale saranno emanati i primi bandi.
Sarà data priorità a quei bandi relativi alle superfici per cui vi è una scadenza nazionale per maggio 2016 quindi si presume che saranno pubblicati tra fine marzo e aprile.
Il PSR ha due pilastri:
I – aiuti all’agricoltura ed è in programma la revisione e forse l’abrogazione del disaccoppiamento.
II – Sviluppo rurale. Il FEASR dovrà agire in sinergia con FESR e FSE
Se molti anni fa vi è stata l’industrializzazione che ha svuotato la campagna e sviluppato i centri urbani, oggi il confine tra città e campagna è diventato meno marcato ed anzi si è creato il processo inverso per cui chi può lascia la città e preferisce vivere nei piccoli centri urbani e se non in campagna nei centri rurali che restano più tranquilli e salutari.
Il PSR ha tre obiettivi:
• economico
• ambientale
• sociale
Le Priorità del PSR:
• Trasferire le conoscenze
• Potenziare la competitività
• Incentivare le filiere
• Valorizzare gli ecosistemi
• Favorire le economie a bassa emissione
• Finanziare l’inclusione sociale
Non sono più previsti gli assi strategici
Le misure del PSR pugliese:
i bandi saranno emanati a sportello e fino a capienza di fondi non sono previste graduatorie e punteggi. Vi è una misura che prevede un contributo di 100 euro per ettaro ai fini della potatura. Il PSR Puglia si caratterizza per due elementi chiave: aggregazione ed occupazione.
Il PSR valorizza molto la competitività delle imprese agricole. La Regione punta molto sulla innovazione e sul trasferimento della ricerca verso i produttori, sulla formazione dei produttori se necessaria, sul ricambio generazionale
Misura 1 – Formazione.
Gli imprenditori potranno fruire gratuitamente della formazione su finanziamento diretto agli enti di formazione accreditati. Quindi a differenza del passato i voucher formativi non vengono più concessi a rimborso, ma per servizi resi.
Misura 2 – Consulenza.
Anche la consulenza sarà erogata in forma similare.
Misura 3 – Qualità.
La misura prevede l’accesso a finanziamenti finalizzati all’adozione di sistemi di qualità e di certificazione dei prodotti di qualità.
Misura 4 – Aiuti alle imprese.
La misura è stata spacchettata in due sottomisure la 4.1 per le imprese preesistenti e la 4.2 per i giovani in primo insediamento. La 4.2 è più vantaggiosa rispetto al passato. Vi è poi la sottomisura 4.3 che finanzia progetti per gli impianti irrigui in complementarietà rispetto al PSN. La CE ha statuito che bisogna usare meno acqua per le colture con una riduzione tra il 5 ed il 25% a seconda della qualità dell’acqua e ciò deve essere certificato attraverso l’installazione di contatori. Complessivamente la misura 4 vale 535 milioni di euro ed è la più dotata finanziariamente dell’intero piano.
Le imprese che vogliano accedere ai finanziamenti devono dimostrare la loro opratività non più in base alle ULA per ettaro, ma in base alla redditività dell’impresa in quanto tale. In particolalre occorre dimostrare una redditività di almeno 15.000 euro alle imprese preesistenti, mentre si sale a 18.000 euro per le imprese costituite da primi insediamenti. La differenza è finalizzata a finanziare imprese che abbiano capacità di sviluppo.
Misura 5 – Gestione delle calamità
La misura è divisa in due sottomisure. La 5.1 finanzia interventi di prevenzione nella riduzione della capacità reddituale in seguito alle calamità naturali e la 5.2 finanzia le situazioni in cui la calamità è già avvenuta ed occorre ripristinare il potenziale di reddito.
Misura 6 – insediamento giovani agricoltori.
La misura vale 170 milioni. È divisa in sottomisure. La 6.1 assorbe il 70% del finanziamento di misura.
Prevede un premio di 50.000 euro nei primi insediamenti in aree svantaggiate e 40.000 per le zone ordinarie più 5 mila se del tutto nuove e non come subentri nelle preesistenti. Nei subentri le imprese non devono essere smembrate, anzi si prevedono anche gli insediamenti multipli fino ad un massimo di 3 giovani. Il premio sarà concesso in tre rate. La prima rata erogherà un alticipo del 50% seconda rata il 30% in termini di SAL e 20% sarà riconosciuto a saldo. Il piano deve essere chiuso entro 5 anni.
Entro il 31 dicembre 2018 la Regione dovrà dimostrare, nello step intermedio, di meritare una premialità. In sostanza il FEASR vale 990 e di questi 59 milioni saranno concessi se si dimostrerà una adeguata capacità di spesa.
I GAL E LO SVILUPPO RURALE
In passato i GAL operanti sul territorio sono stati 25 e di fatto hanno coperto l’intero territorio regionale. Il nuovo PSR prevede una dotazione della misura pari a 380 milioni di euro che di fatto non riduce le risorse, ma sceglie una qualificazione degli stessi operatori attraverso una maggiore capacità di aggregazione. La nuova programmazione apre ai territori e non ai GAL. Ogni territorio parteciperà ad una sola candidatura. I gal preesistenti non hanno priorità. La densità passa a 200.000 abitanti. Il combinato disposto della misura può portare ad una riduzione del 40% circa portando i GAL oepranti sul territorio da 25 a 15, molto probabilmente. Ciò comporterà una riduzione di costi per la funzionalità delle strutture. I GAL non dovranno più gestire bandi diretti alle imprese in quanto questi saranno emanati dalla Regione, ma dovranno occuparsi di fare sistema ossia mantenere le infrastrutture create precedentemente siano esse materiali o immateriali. Si pensi a portali internet, itinerari turistici ecc. I GAL dovranno consolidare le realizzazioni delle programmazioni precedenti. È prevista una azione di supporto preparatorio per l’animazione del territorio ai fini della presentazione della candidatura.
Vi è una ulteriore novità per cui i GAL costieri potranno inglobare i Gruppi di Azione Costiera e gestire i relativi finanziamenti per la valorizzazione delle coste e della pesca. Ci saranno vari ambiti tematici tra cui: pesca, artigianato, energie rinnovabili, paesaggio, biodiversità, patrimonio artistico, servizi pubblici per le popolazioni, inclusione sociale, diversificazione economica.